
martedì 13 settembre 2016
Prevenzione e Solidarietà a Castell'Umberto
Nell’ambito delle celebrazioni per i 20 anni di attività dell’AVIS a Castell’Umberto, si è svolto nei giorni scorsi un interessante Convegno sulla donazione del sangue, che ha dato ampio spazio alla cultura della prevenzione dei tumori.
In tale circostanza ha presenziato l’Associazione Per Te Donna Onlus, rappresentata dalla Presidente Prof. Graziella Di Blasi, che ha avuto modo di esporre le numerose attività del gruppo che guida ormai da oltre un decennio, ponendo l’accento sull’importanza della prevenzione, che spesso si rivela vincente nella dura battaglia contro il “male del secolo”.
Abbiamo ascoltato la Prof. Di Blasi, che ci è apparsa particolarmente soddisfatta, per avere avuto modo di dare voce alle donne che hanno vissuto la traumatica esperienza del tumore al seno.
-Parlando di prevenzione, quali sono a suo avviso i metodi di comunicazione più efficaci per convincere le donne?
“I mass-media trasmettono spesso dei messaggi che tendono a sensibilizzare le donne a sottoporsi periodicamente a dei controlli, ma la nostra esperienza ci insegna che l’approccio diretto con donne che hanno affrontato questa patologia è sicuramente più efficace. Per questo ho accettato l’invito del Dott. Cuticone, organizzatore dell’evento.
Il tumore al seno va battuto sul tempo, cioè la sua diagnosi va anticipata il più possibile per difendersi e poterlo combattere nelle condizioni più favorevoli. Esistono due tipi di prevenzione: quella cosiddetta primaria e quella secondaria. La prima consiste in un corretto stile di vita, che il buon senso dovrebbe suggerire a tutti. Ma La prevenzione secondaria finora è l’unica arma efficace per una diagnosi precoce che consiste: in un esame mammografico, associato alla visita senologica ed all’ecografia”.
Perché allora molte donne non si sottopongono periodicamente a visita senologica?
“ Perché hanno paura! Bisogna quindi sgombrare il campo dalla paura, è la peggiore nemica della Prevenzione. Non bisogna temere di scoprire la malattia, bisogna aver paura di scoprirla troppo tardi”.
E come si può sconfiggere la paura?
“Con l’informazione. Per vincere bisogna “conoscere” il proprio “nemico, informandosi e sensibilizzandosi. Una donna informata sa prendersi cura della propria salute, diventandone protagonista.
Nelle campagne di prevenzione che l’Associazione ha organizzato in questi anni in collaborazione con l’Azienda Papardo, con l’U.O.C. oncologica del Policlinico Universitario di Messina, con la L.I.LT c/o la Villa Salus, con la GIOMI c/o la Casa di cura Cappellani, è risultato che la maggior parte delle donne che sono state visitate, non avevano mai fatto controlli, pur appartenendo ad un livello sociale medio alto e ad una fascia d’età ad alto rischio”.
Cosa dicono, a questo proposito le statistiche?
Dicono che è aumentato il numero delle donne che ogni anno si ammalano di tumore, (una su dieci) .Ma è anche vero che è diminuito il numero dei decessi (da 11.000 a 10.000). Si muore meno perché oggi si dispone di una diagnostica migliore per cui sono visibili anche tumori di pochi millimetri. Una donna di quarant’anni oggi ha più probabilità di vivere rispetto ad una coetanea della generazione precedente, anche se purtroppo in questi ultimi anni l’età delle donne in cui il tumore può manifestarsi si è abbassata.
Infatti mentre prima era consigliabile effettuare la mammografia dai 50 anni e la visita verso i 45 anni, oggi si consiglia di sottoporsi a visita senologica a partire dai 30 , la mammografia dai 40 in poi ogni due anni e, ogni anno, dopo i 45. Tra l’altro, dai 45 anni il Servizio Sanitario Nazionale offre la possibilità di poter effettuare una mammografia gratuita ogni due anni DO3. In caso di familiarità con la malattia, l’età dei primi controlli si abbassa ulteriormente, intorno ai 25 anni la visita…..ed é ben chiaro che il medico deve essere sempre un Oncologo!
Nessun dubbio quindi sull’importanza della prevenzione, anche secondo l’insegnamento del prof Umberto Veronesi….”Curare una malattia che non c’è ancora, come? Giocando d’anticipo”.
“Certo! A questo punto è chiaro che la metà delle donne che oggi muoiono di cancro potrebbero salvarsi se tutte diventassero protagoniste della propria salute.
Il controllo periodico non è una garanzia contro il tumore, quanto piuttosto un modo per rilevarlo quando è già presente ma in una fase precoce, ed è quindi più attaccabile dalle cure mediche e chirurgiche.
Infatti alcune donne, oggi socie dell’Associazione, che regolarmente si sottoponevano a controlli periodici, dopo l’intervento chirurgico hanno potuto evitare di sottoporsi alla chemioterapia, riuscendo anche a conservare il seno, che è da sempre simbolo per la donna della femminilità, della maternità, della sessualità”.